Con-vivere. Carrara Festival

Carrara, 8 – 10 Settembre 2006


Con-vivere: città, territorio, culture

La città, specie quella mediterranea, è caratterizzata, dall’essere luogo di incontro e di scambi, in contrasto con l’isolamento delle campagne e delle zone impervie o desertiche. La piazza, il mercato, le vie, le chiese costituiscono punti d’aggregazione e di formazione dell’identità collettiva.
Ogni città, tuttavia, si trova inserita in uno specifico ambiente naturale, geo-morfologico, che ne determina la vocazione e la storia. Di questo suo habitat deve poter fare l’uso migliore, salvaguardando o incrementando le risorse.
La città è, a sua volta, incastonata nel cosmo, tanto che gli antichi cercavano nella politica di avvicinarsi al perfetto ordine dei movimenti celesti. La concordia era la virtù civica che esprimeva questo concetto, quell’atteggiamento che permetteva alla comunità di durare, di stare, di essere appunto “stato”, evitando di venir dilaniata dai conflitti. I conflitti non erano esclusi, ma regolati dalla reciproca persuasione o dall’arbitrato di un terzo. Oscurata in età moderna dal maggior peso attribuito ai fattori dinamici – come il “tumulto” o la “lotta di classe” – quali lievito dello sviluppo, l’idea di una convivenza tra diversi, di un reciproco rispetto, e non di una passiva tolleranza, diventa di nuovo un’esigenza sentita. Soprattutto in democrazia, in un regime, che deve conciliare due esigenze contrapposte, che è, secondo la definizione di Luigi Einaudi, “l’anarchia degli spiriti sotto la sovranità della legge”.
Questo bisogno di convivenza è sentito soprattutto oggi, in Occidente, dove l’immigrazione ha portato lo “straniero” a condividere il nostro stesso spazio e i nostri problemi. Ciò che era esotico e lontano è ora vicino, sta fra noi e con noi. Non vale rifugiarsi nella posizione che Dante esprimeva a proposito della sua Firenze, dove già “lo villan d’Aguglione e quel di Signa” erano degli estranei pericolosi: “sempre la confusione de le persone / principio fu del mal de la cittade”.
Oggi questo isolamento è finito e i “piccoli mondi chiusi” vanno scomparendo. I mezzi di comunicazione di massa, materiali (treni, navi, aerei) e immateriali (radio, televisione, internet) inseriscono ogni luogo in una rete globale che condiziona l’economia, la società e la cultura. Il russo termine mir, che significa, insieme, villaggio e mondo – perché l’orizzonte del villaggio era per le vecchie generazioni il loro mondo – rimane come un fossile di forme di vita estinte.
La retorica della “globalizzazione” e del “multiculturalismo” ci impedisce spesso di cogliere la complessità delle questioni che essi pongono, dei vantaggi e degli svantaggi. Solo un atteggiamento sobrio e responsabile aiuta a rendersi conto delle distorsioni subite dalle precedenti forme di vita, degli squilibri economici e sociali, degli spostamenti di massicci blocchi di potere, nonché dei relativi sentimenti e risentimenti che ogni grande processo innovativo inevitabilmente introduce e comporta. Dobbiamo chiederci se la rinascita dei cosiddetti “particolarismi” e “localismi” non costituisca, almeno in parte, una formazione reattiva all’inserimento di individui, ceti e popoli nel reticolo a maglie sempre più strette (e per alcuni opprimenti) dei rapporti mondiali di interdipendenza e di comunicazione. Si alimenta infatti, in coloro che sono meno ‘attrezzati’ o meno disposti a sintonizzarsi con tale sistema altamente integrato, un acuto e doloroso senso di inferiorità, si fomenta indirettamente il ripudio di una omologazione imposta, il sospetto di una ingiusta retrocessione, la certezza di una perdita di sovranità e di ruolo nell’arena internazionale. Si reagisce così, per ‘eccesso di legittima difesa’, mediante il rafforzamento sproporzionatamente compensativo della propria identità ritenuta minacciata o disprezzata. Ne consegue la chiusura in se stessi e l’auto-esaltazione dei propri valori, fedi e costumi tradizionali, l’esibito trionfalismo riguardo alle proprie “radici” nazionali e religiose. In molte popolazioni e culture che siamo abituati a considerare fanaticamente “integraliste” (non senza buone ragioni, ma spesso senza alcun tentativo di comprenderle e senza neppure guardare alle travi nei nostri occhi) si avverte la manifestazione di una sorta di amore tradito e respinto, l’ira luttuosa per non essere stati davvero coinvolti, con pari dignità, nei grandi progetti geo-politici di modernizzazione, quelli capaci di creare prosperità e opportunità più uniformemente distribuite.
Un tratto dominante dei drammi attuali consiste appunto nella divaricazione tra processi centripeti di globalizzazione e processi centrifughi di isolamento, nello strabismo tra integrazione e frammentazione. Proprio mentre crescono (in astratto e in concreto) le possibilità di interscambi fruttuosi, aumenta con pari o maggiore intensità lo sforzo di alcuni paesi e culture teso a svincolarsi dall’abbraccio di un’integrazione planetaria, che si rivela ostile o banalizzante.
Mentre il mondo si “restringe” in quanto le sue parti entrano in una più fitta trama di rapporti, si radicalizza, per contro, la volontà di separazione dal suo contesto da parte di molti popoli, culture e sub-culture. Si crea una miscela esplosiva di risentimenti verso le potenze egemoni, di orgoglio etnico, di fanatismo religioso, di terrorismo. L’opposizione pura e assoluta tra culture locali irrelate e globalismo monolitico è tuttavia insostenibile. Avvengono infatti – nel bene e nel male – raccordi, interferenze, intersezioni di piani, innovazioni impreviste, compensazioni quasi sempre a doppio senso: dal locale al globale e dal globale al locale.
Le città possono diventare un laboratorio sperimentale di nuove forme di convivenza in un mondo globalizzato, dove s’incrociano mentalità, religioni, usanze e leggi diverse. In questo senso, Carrara può fornire – sul piano culturale – attraverso questa iniziativa un suo contributo importante.
Remo Bodei


Programma

Venerdì 8 settembre 2006

Ore 17:30
Cortile dell’Istituto Figlie di Gesù

Inaugurazione

Alberto Pincione, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara
Giulio Conti, Sindaco di Carrara
Remo Bodei, Direttore scientifico del Festival

Ore 18:30
Cortile dell’Istituto Figlie di Gesù

Conferenza
Gad Lerner
Meticciato

Ore 21:00
Teatro Animosi

Spettacolo teatrale
Ricerca Scuola e Teatro
Valigie di cartone

Ore 21:30
Cinema Teatro Garibaldi

Conferenza
Amos Gitai
Straniero

Ore 22:30
Cinema Teatro Garibaldi

Proiezione del film
Free Zone
di Amos Gitai, Israele (2005) – durata 94′

Sabato 9 settembre 2006

Ore 10:00
Sagrato chiesa del Suffragio

Conferenza
Franco Cardini
Identità

Ore 11:30
Cortile dell’Istituto Figlie di Gesù

Conferenza
Paolo Fabbri
Confine

Ore 15:30
Sagrato chiesa del Suffragio

Conferenza
Pietro Scoppola
Dialogo

Ore 16:00
Palco della musica

Spazio bambini
Associazione Artebambini
Mandala. Scritture dal mondo
Laboratorio per bambini e ragazzi da 6 a 12 anni

Ore 17:00
Sagrato chiesa del Suffragio

Conferenza
Laura Pariani
Donne migranti

Ore 18:30
Cortile dell’Istituto Figlie di Gesù

Conferenza
Zygmunt Bauman
Risentimento

Ore 21:30
Cinema Teatro Garibaldi

Proiezione del film
Cose di questo mondo
di Michael Winterbottom, Gran Bretagna (2002) – durata 90′. Introduce Marco Vanelli

Ore 21:30
Teatro Animosi

Concerto
La voce del Mediterraneo
Monica Benvenuti (soprano), Maurizio Ben Omar (percussionista), Giuseppe Bruno (pianista)

Ore 23:00
Cinema Teatro Garibaldi

Proiezione di cortometraggi
Corti no stop: popoli e culture
A cura dell’Associazione di cultura cinematografica Arsenale – Pisa

Domenica 10 settembre 2006

Ore 10:00 – 22:00
Piazza delle Erbe

Stands espositivi di attività e prodotti
Parole e opere
A cura delle Associazioni dei Migranti. Per tutta la giornata le associazioni e i volontari che operano nel campo dell’immigrazione e della cooperazione internazionale e alcune botteghe del Mercato Equo e Solidale animeranno questa piazza, cuore pulsante del centro storico cittadino, con banchi di prodotti, piccole mostre, illustrazione di attività e progetti,… Un’occasione per incontrare dal vivo i colori, le voci e i suoni delle molte culture che abitano le nostre città.

Ore 10:00
Sagrato chiesa del Suffragio

Conferenza
Franco Farinelli
Spazio Pubblico

Ore 11:00
Palco della musica

Spazio bambini
Associazione Artebambini
Seguendo Batekè. Maschere dal mondo
Laboratorio per bambini e ragazzi da 6 a 12 anni

Ore 11:30
Cortile dell’Istituto Figlie di Gesù

Conferenza
Marc Augé
Periferie

Ore 15:30
Sagrato chiesa del Suffragio

Conferenza
Massimo Livi Bacci
Migrazioni

Ore 17:00
Cortile dell’Istituto Figlie di Gesù

Conferenza
Remo Bodei
Concordia

Ore 21:30
Cinema Teatro Garibaldi

Proiezione del film
L’uomo senza passato
di Aki Kaurismaki, Finlandia (2002) – durata 97′. Introduce Marco Vanelli

Ore 22:00
Cinema Teatro Garibaldi

Proiezione di cortometraggi
Corti no stop: popoli e culture
A cura dell’Associazione di cultura cinematografica Arsenale – Pisa


Per informazioni:
www.con-vivere.it
info@con-vivere.it

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