Materia e Corpo dell’Immagine o della necessaria eteronomia della copia

Università IUAV di Venezia
Facoltà di Architettura
Unità di Ricerca Rappresentazione

Palazzo Badoer, aula Tafuri
Venezia

3-4 Giugno 2010, ore 10

Giovedì 3 giugno, ore 15.30
Paolo Fabbri (Lisav, Luiss)
Tropologie dell’arte contemporanea

Il seminario vuole essere uno strumento di lavoro e confronto per ricercatori e studiosi, nonché per studenti interessati ai rispettivi temi di ricerca. Organizzato in due sessioni, il seminario prevede un intervento di Giuliana Bruno (Harvard University) e uno di Romeo Castellucci (Socìetas Raffaello Sanzio), che faranno da capofila ad altri interventi (di Paolo Fabbri, semiologo Luiss; di Antonio Somaini, storico e critico dell’immagine Università di Genova; di Malvina Borgherini, direttore UR Rappresentazione Iuav; di Fabrizio Gay, docente Iuav; di Emanuele Garbin, assegnista Iuav; di Enrico Pitozzi, docente DAMS Università di Bologna; di Renato Rizzi, progettista e docente Iuav; di Annalisa Sacchi, assegnista DAMS Università di Bologna) per poi dare ampio spazio a un dibattito incrociato e a una riflessione comune.
L’idea di dare un taglio multidisciplinare al seminario deriva dal fatto che le discipline del disegno, se così si possono ancora definire, si sono troppo chiuse in uno specialismo tanto ristretto e rigido da lasciar fuori dal campo visivo le ragioni stesse della loro identità.
Se la rappresentazione non è altro che la presentazione di un oggetto davanti a un soggetto e nella condizione attuale i contorni del soggetto e dell’oggetto si sono progressivamente confusi, siamo evidentemente costretti a ripensare le tecniche e le strategie rappresentative, in questo campo come in tutti gli altri.
Si ritiene necessario riallacciare, in una società che consuma bulimicamente le immagini che produce, il nesso forma-significato e ricondurre l’immagine al suo ruolo di veicolo e supporto della tradizione culturale e della memoria sociale.
L’intento del seminario è quindi quello di affrontare i temi della rappresentazione da un punto di vista diverso rispetto a quello che gli architetti abitualmente praticano: invece di considerare la rappresentazione e le sue strategie come funzionali alla produzione di un’architettura che le esaurisce, si ritiene più interessante indagare il carattere di autonomia e autosufficienza cui comunque da sempre le grandi visioni e i modelli aspirano.
In poche parole si pensa che per descrivere efficacemente degli oggetti ingombranti e problematici come le grandi architetture monumentali non si possa che produrre, piuttosto che delle semplici descrizioni, delle nuove opere capaci di dialogare e di provocare l’inesauribile ricchezza di questi speciali oggetti.
Questo approccio implica il progetto di uno sguardo differente, sintetico piuttosto che analitico, coinvolto piuttosto che distante, dilatato piuttosto che concentrato.
Questo ambizioso programma, che si prefigge di dare l’avvio a una rifondazione delle discipline della rappresentazione nelle scuole di architettura, inizia con un seminario di studi, i cui esiti saranno pubblicati in volume e in web, e prosegue con una serie di iniziative analoghe a cadenza annuale.

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