Immagini d’Europa. L’Unione fra Federazioni e Secessioni

Centro Internazionale di Scienze Semiotiche Umberto Eco
Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”
Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali

Sala Lauree
Via Saffi 15
Urbino

3-4 ottobre 2019


CONVEGNO DI SEMIOTICA
Immagini d’Europa. L’Unione fra Federazioni e Secessioni
a cura di Francesco Mangiapane (Università di Palermo)
e Tiziana Migliore (Università LUMSA)

Giovedì 3 ottobre – mattina

ore 10.30
Paolo Fabbri (CiSS, Università di Urbino Carlo Bo)
La bandiera d’Europa: un montaggio semiotico

L’identità del continente europeo si fonda su una tensione millenaria fra universalismo e particolarismo: le immagini che l’Europa ha restituito di sé sono state ispirate infatti, nei secoli, ora da un modello di omogeneità – vocazione imperiale romana e carolingia – ora da un modello di frammentazione – Europa delle città Stato, dei Comuni, delle regioni, delle piccole patrie. Nell’Unione Europea come organismo politico ed economico questa dialettica torna oggi potente e amplificata, al punto che si ricentra su di essa il dibattito pubblico e dappertutto fioccano partiti riconoscibili per il fatto di essere europeisti o antieuropeisti.
Concepita come reazione alle atrocità dei nazionalismi sfociati nelle due guerre mondiali, l’unione è per lungo tempo stata pensata euforicamente, come baluardo di pacificazione, prospettiva di liberazione dalle divisioni ideologiche (crollo del Comunismo) e dalle rivalità nazionali del Novecento (rivalità franco-tedesca in primis). Nel clima di propositi per il nuovo millennio e grazie a Internet, che parallelamente al consolidarsi delle istituzioni europee faceva cadere barriere e confini geografici, il discorso europeista otteneva rapidamente consensi, costituendosi come cantiere in espansione, orizzonte post-politico agognato, sogno transnazionale di cooperazione e fratellanza, di identità oltre la differenza. Allora la “Cittadinanza Europea”, il “Parlamento Europeo”, Maastricht, i trattati di Schengen, l’Euro si presentavano ed erano vissuti come conquiste tangibili, acquisizioni che potevano compensare privazioni collettive anche notevoli (in Italia per finanziare l’ingresso nell’Euro fu varata un’apposita imposta nota sotto il nome di “Eurotassa”). Rinunce affrontate a cuor leggero in nome di un bene sicuramente superiore. Oggi questa leggerezza è gravida di conseguenze.
L’attualità politica è marcata da una dura critica all’Unione Europea, condotta da gruppi politici esplicitamente avversi alle sue istituzioni, anche a motivo di un ritrovato vigore dei nazionalismi. Nell’ultimo decennio ha preso piede una narrazione antagonista a quella dell’eurozona, che ha rovesciato di segno l’ideale dell’unione, i suoi valori e l’interpretazione iniziale. L’immagine dell’Europa unita è ridotta a un “controfattuale” da questa nuova visione che avanza e che gode di successi elettorali: l’idea di un’UE elitista e globalista, imperiale, dedita a interessi poco trasparenti, all’imposizione del tornaconto dei grandi capitali sugli interessi dei “popoli”, alla supremazia e alla prevaricazione di alcune nazioni su altre. Questa immagine alternativa è alla base di cambiamenti epocali come la Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione. E si prevedono ulteriori rivolgimenti nel prossimo futuro.
Lo scontro in atto è perciò un conflitto fra due simulacri speculari, uno orientato al rafforzamento delle istituzioni comuni in nome di una comune appartenenza, l’altro che le avversa e tende a sgretolarle. A formare queste visioni contrapposte sono testi eterogenei circolanti in tutta la scena mediatica: atti e discorsi politici, ingiunzioni religiose, siti e pagine facebook di propaganda o di satira, leggi e regolamenti, inchieste e articoli giornalistici, guide turistiche, programmi Erasmus, film e fiction, interventi artistici e letterari, iniziative commerciali e discorsi di marca, tutti con valore strategico, impiegati come pedine di una battaglia politica imponente.

Per ulteriori informazioni:
Seminari di Scienze Semiotiche 2019

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