Pensare con la Cina (e sulla Cina)

Giornata di studi per François Jullien

Dipartimento di Scienze della comunicazione
Discipline umanistiche
Università degli studi di Urbino

Centro Studi LISaV di Venezia
Centro Universitario Bolognese di Etnosemiotica
Centro internazionale Scienze Semiotiche (CiSS)
Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA)

Monastero di Santa Chiara
Urbino

14 aprile 2015, ore 16-19

Programma

Ore 16:00
La Cina, la scrittura e lo scarto.
È possibile produrre un “terreno comune” nelle pratiche grafiche (e tipografiche)? Ne discutono Roberto Steve Gobesso (ISIA Urbino), Antonio Perri (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Napoli) e Roman Wilhelm (Burg Giebichenstein College of Art and Design, Halle/ Saale).

Ore 17:00
Contre l’amour – De l’intime.
Conferenza di François Jullien, direttore de l’Institut de la pensée contemporaine, Paris VII e del Centre Marcel-Granet; Chaire sur l’alterité, Maison des Sciences de l’Homme, Parigi.

Ore 18:00
L’amore e l’Intimo – Un impensato nel dialogo fra culture.
Ne discutono con François Jullien, Daniele Barbieri (ISIA Urbino) Paolo Fabbri (CiSS, Urbino), Leonardo Romei (ISIA Urbino).

L’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino ospita una giornata di incontri con ospite d’eccezione il filosofo François Jullien, a cura di Antonio Perri.
La Cina ha espresso da secoli un’elaborazione culturale autonoma rispetto ai valori linguistici, concettuali, estetici e morali dell’Occidente.
Nel promuovere la ricerca attiva di una traduzione feconda fra questi due universi François Jullien ha scelto di compiere da filosofo (e da sinologo) il “giro più lungo” già teorizzato dagli antropologi: allontanandosi dal pensiero europeo e dalle lingue che ne hanno espresso la filosofia per approdare a una cultura, una lingua (e una scrittura) che consentono di “pensare altrimenti”, dandoci accesso a un impensato filosofico come quelli del vivere e dell’intimo, oggetto delle sue più recenti ricerche.
Obiettivo della giornata di studio in suo onore è approfondire tali problematiche alla luce di un confronto inter-culturale che rifiuti al tempo stesso l’universalismo “facile” dal quale emerge un malcelato etnocentrismo (la tirannia dell’alfabeto, il falso umanesimo dell’Amore) e il relativismo “pigro” con cui si esasperano le differenze, trasformando ogni cultura in una monade intraducibile (l’ideogramma come strategia espressiva sui generis, il fascino evanescente della vita fluttuante).
Privilegiando, con Jullien, le nozioni di écart (‘scarto’), entre (‘tra’) e commun (‘comune’) è possibile costruire l’intelligibile come dimensione (mai compiuta) di un dialogo tra cultura occidentale e cinese.

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