Convegno: “Spazio deformato”

ARTESCIENZA
GOETHE-INSTITUT ROM
Zentrum für Kunst und Medientechnologie Karlsruhe
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia
CASA DELL’ARCHITETTURA
Centro Ricerche Musicali

8 – 9 Giugno 2006

Roma
Goethe-Institut Rom


Queste brevi note hanno lo scopo di fornire dei riferimenti sul taglio generale del Convegno per stimolare, o semplicemente fornirvi dei pretesti, la concezione e la stesura degli interventi da parte dei relatori. Le affermazioni qui contenute non sono esse stesse nient’altro che un oggetto suggerito del dibattito esplicito e implicito del Convegno, di possibili acquisizioni, refutazioni o confutazioni.

Il tema nasce dall’idea che la categoria dello spazio-tempo ha sempre svolto un ruolo centrale nel pensiero, ma in quello contemporaneo assume una dimensione nuova, esplicita e consapevole. Questo vale per gli aspetti conoscitivi ma anche per quelli artistici. Lo spaziotempo è una categoria che l’uomo costruisce, de-costruisce e ri-costruisce incessantemente per elaborare e aggiornare l’idea che ha di se in rapporto al mondo. Tra ambiti diversi, quello conoscitivo e quello artistico, esistono similitudini, parallelismi e analogie, ma anche rispettive sfere di autonomia. Nell’arte contemporanea, visiva e musicale, lo spazio-tempo è costruito esplicitamente, si direbbe meglio “composto” esplicitamente, a differenza del passato nel quale prevalentemente i prodotti del lavoro artistico erano composti entro uno spazio-tempo dato, come idea ricevuta da una temperie esterna all’arte stessa, spesso nella inconsapevolezza di questo stesso processo.
Il Convegno si articola quindi in tre momenti distinti, anche se tra loro relati. Lo spazio-tempo della conoscenza, costruzione intellettuale che diventa la chiave per interpretare le regolarità e la forma del mondo fisico, all’interno della quale, per così dire, la soggettività umana è implicita. Lo spazio e il tempo nella percezione, che incorpora conoscitivamente la soggettività umana. Lo spazio-tempo nell’espressione, che si riferisce esplicitamente alla soggettività umana, assumendola come centro e sostanza. L’idea di “deformazione” intende proprio alludere al carattere esplicitamente e volontariamente costruttivo, compositivo, dell’atto del plasmare lo spazio-tempo, per collocarvi gli oggetti dell’arte, come momento costitutivo e organico dell’attività artistica, come parte della forma.

La scelta dei relatori è stata fatta nell’intento di rappresentare tutti questi diversi momenti in relazione allo spazio-tempo, in modo da lasciare aperta la possibilità a legami trasversali e superare la stretta specializzazione disciplinare. Gli artisti, in particolare, hanno tutti posto al centro del loro interesse, in chiave plastica e visiva (Pierelli) e plastica-musicale (Lupone) proprio la formazione e deformazione dello spazio visivo e acustico.

Prima sezione
“Lo spazio-tempo nella conoscenza”

Brian Greene occupa un ruolo centrale all’interno della comunità di fisici-matematici impegnati ormai da diversi anni nella costruzione della teoria delle corde (o delle stringhe), nella quale dovrebbero trovare finalmente organica compenetrazione -in modo soddisfacente -due aspetti della fisica contemporanea la cui coniugazione si è fino ad oggi mostrata difficile. Lo spazio-tempo del macroscopico della relatività generale Einsteniana, e quello spazio-tempo del microscopico, così singolare (e talvolta insoddisfacente agli occhi degli stessi autori), disegnato dalla meccanica quantistica. La struttura dell’universo delle particelle elementari, costituenti “irriducibili” della materia, dovrebbe trovare là una spiegazione basata sui modi di risonanza di strutture monodimensionali (corde) e n-dimensionali (n-brane, da “membrane”) in spazi “arrotolati”. Nella costruzione di questa cosiddetta “super-teoria”, è la struttura dello spazio-tempo microscopico a svolgere un ruolo esplicativo fondamentale, in analogia e in continuità con quanto avviene nella meccanica relativistica, nella quale le proprietà dello spazio tempo sono la spiegazione della fisica conosciuta.

Seconda sezione
“Lo spazio nella percezione”

I nostri sensi e l’atto cognitivo che ne integra e governa le informazioni, sono lo strumento con il quale rileviamo e analizziamo i fenomeni della realtà circostante. La loro azione dunque è in grado sia di orientare i modi della conoscenza, sia di definire gli ambiti della comunicazione tra gli individui.
Il sistema percettivo è rilevante per l’indagine artistica e scientifica perché attraverso le informazioni che riceve ed elabora, l’uomo conosce, interpreta e trasforma la realtà circostante.
Conoscere più approfonditamente il nostro sistema percettivo significa cercarne i limiti, comprendere la sua azione deformante.
L’espressione artistica usa il sistema percettivo umano come veicolo delle proprie informazioni; ne utilizza i limiti per concepire letture inedite del reale, ne alimenta la condizione illusoria per sperimentare nuove forme nello spazio e nel tempo.

Terza sezione
“Lo spazio nell’espressione”

Oggetto di questa sezione è lo spazio nell’espressione, inteso tanto come spazio linguistico quanto come spazio artistico. Il linguaggio come luogo di costruzione della realtà e delle sue ordinarie deformazioni (attraverso la traduzione simbolica e la mediazione sociale) e l’arte, come luogo di evocazioni di uno spazio “altro” (con le sue rivelazioni e le sue metafore) sono gli ambiti dell’espressione in cui è possibile rinvenire un gioco di rimandi, di contrasti e interferenze aventi la percezione come riferimento comune e come posta in gioco. Come operano i loro dispositivi espressivi, quali sono oggi le relazioni fra arte e linguaggio, quali i loro specifici processi di deformazione dello spazio, sono alcuni dei temi affrontati in questa sezione.

Durante tutto il Convegno faranno da elemento di collegamento, talvolta di rottura o di provocazione, e di riconduzione dei singoli momenti specifici all’ambito generale, interventi artistici (narrazione, visione, musica) attinenti, in modi diversi, ai temi.
La regia assicura all’insieme una “tensione spettacolare”, senza al tempo stesso prevaricare il carattere seminariale del Convegno stesso.


Programma

Curatori: LAURA BIANCHINI, compositrice; LORENZO SENO, fisico; MARIA GIOVANNA MUSSO, sociologa; GUIDO BARBIERI, critico musicale.

8 giugno – mattina
“Lo spazio-tempo nella conoscenza”

Intervento introduttivo
BRIAN GREENE, scienziato 50-60′
MICHELANGELO LUPONE, compositore 20′
ENRICO BELLONE, storico della scienza 20′
BORIS GROYS, filosofo delle arti e media 20′

8 giugno – pomeriggio
“Lo spazio nella percezione”

Intervento introduttivo
PETER WEIBEL, filosofo-artista 50-60′
ALBERTO OLIVERIO, psicobiologo 20′
MANFRED SCHROEDER, fisico (da confermare) 20′
CORRADO TERZI, architetto 20′

9 giugno – mattina
“Lo spazio nell’espressione”

Intervento introduttivo
ALDO GIORGIO GARGANI, filosofo 50-60′
ATTILIO PIERELLI, artista 20′
PAOLO FABBRI, semiologo 20′
LIVIO SACCHI, architetto 20′

9 giugno – pomeriggio
Tavola rotonda

Considerazioni e dialogo con il pubblico

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