I colori nell’Ebdòmero di Giorgio De Chirico


Tesina di Alice Rainis, Corso di Letteratura artistica, Anno Accademico 2004-2005.


Verranno riportate qui di seguito delle tabelle relative al numero di volte in cui un dato colore compare nel testo; nella colonna di sinistra verrà quindi indicato il colore (e a cosa si riferisce), nella colonna di destra la pagina dell’Ebdòmero in cui si trova.

NERO (23)Grande e nero gli ricordarono tutta una scenaPag. 16Pesci neriPag. 16Sfondo nero della cameraPag. 23Navi nere in mezzo al candore dei banchi di ghiaccioPag. 26Razza neraPag. 26Nera malinconiaPag. 28Neri demoniPag. 32Cielo del color biancastro e lattiginoso che contrastava con la tinta quasi nera della rivaPag. 34Veli neri (del cielo)Pag. 38Nere nubi cariche d’elettricitàPag. 42Lunghe file nerePag. 47Vele nere dei piratiPag. 51Pesci neriPag. 56Cassette nere simili a barePag. 68Elefanti si profilavano neriPag. 69Neri scogliPag. 73Veli neri cielo neroPag. 74Lunghi tratti neriPag. 80Acque nere del golfoPag. 88Capelli neri inquadravano il pallore del voltoPag. 95Montagna grande, neraPag. 100Sopracciglia nerePag. 107Uva neraPag. 109

BIANCO (20)Panciotti di tela biancaPag. 18Nuvole bianchePag. 25Città bianchePag. 37Cielo del color biancastro e lattiginoso che contrastava con la tinta quasi nera della rivaPag. 34Lettere bianchePag. 42Templi severi, tutti bianchi sulle rocce sacrePag. 42Palestre intarsiate di rettangoli, quadrati, trapezi bianchiPag. 45Cigni di un candore immacolatoPag. 52Folte sopracciglia bianche contrastavano col colore scuro del voltoPag. 52Ali di piume bianchePag. 57Lettere fiammeggianti, luminosePag. 58-59Orsi bianchiPag. 67Palla bianca in cima al getto d’acquaPag. 71Fanciulli albiniPag. 75Baffi bianchiPag. 79Vegliardo dalla barba biancaPag. 80Strada bianca che scendeva al portoPag. 80Domani di notti bianchePag. 85Camice biancoPag. 88Guerrieri bianchi con gli elmi d’oroPag. 88Cilindri di tela biancaPag. 107Paura del biancoPag. 107Corpetti bianchiPag. 109

VERDE (8)Torrente color smeraldoPag. 19Poggi verdeggiantiPag. 21Persiane verdiPag. 23Onde verdi del pratoPag. 70Alberi verdeggiantiPag. 72Erbetta molto verdePag. 72Aiuole verdeggianoPag. 108Geografie ora grigie, ora verdi, ma sempre azzurrePag. 116

AZZURRO (6)Cielo bluPag. 21Stendardi color del cieloPag. 88Fiamme gialle e azzurrastrePag. 76Occhi azzurriPag. 107Cielo azzurroPag. 108Cielo azzurroPag. 115Geografie azzurrePag. 115

ROSSO (13)Giubbetto di velluto rossoPag. 30Venezia la rossaPag. 30Vino rossoPag. 53Mano rossa e untaPag. 55Velluto rossoPag. 56Rosso papaveroPag. 70Giglio RossoPag. 71Boe rossePag. 76Cubo ricoperto di velluto rossoPag. 86Contadine rosse dall’emozionePag. 89Poltrona di velluto rossoPag. 91Facce rosse e sudantiPag. 93Vino rossoPag. 105

ALTRI COLORI(Nubi) tinte poi di rosa oscurità che sta avanzandoPag. 82Tutto non era color rosa in quel paesePag. 100Guance leggermente rosaPag. 73Tingeva costantemente di rosa le statuePag. 31 Colonne d’oroPag. 69Elmi d’oro e corazze d’argentoPag. 68Lupe orrendamente doratePag. 43Teiera d’argentoPag. 28 Clamide diventa colore del mostoPag. 53 Scialli d’un giallo-arancionePag. 105Onde gialle del granoPag. 70Fiamme gialle-azzurrastrePag. 76 Peli biondo cinerinoPag. 107Baffi biondiPag. 80 Veli grigi della Dea UmiditàPag. 105 Tinta grigio-violetta scendeva dal cieloPag. 30Eran ricoperti di veli violaPag. 88Nel cielo piccole nubi violaPag. 82 Vino color d’ambraPag. 93 Colore degli oggetti che la circondano sulla terraPag. 111 Colore del terrenoPag. 111 Colore dell’ispirazionePag. 114

PIÙ COLORIPesci di vari coloriPag. 52Fagiani policromiPag. 61Semi oscurità stalla / bagliori d’acciaioPag. 39Onde policromePag. 70Salse d’ogni colorePag. 62Ora grigie, ora verdi ma sempre azzurrePag. 115

Facendo un semplice conteggio di quanti e quali colori De Chirico utilizza nell’Ebdòmero, ne emerge un uso che ruota attorno al rosso, verde, azzurro, bianco e nero. Questi sono i colori preponderanti ed è possibile stabilire una correlazione tra la loro presenza e il significato che attribuiscono a ciò a cui fanno riferimento.
Si può notare, infatti, come a ogni colore si possa assegnare un valore di “negatività” o di “positività”, alcune volte evidentemente espressa, altre implicita.

Di seguito verranno presi in esame singolarmente i vari colori e la funzione che assumono nel testo rendendo evidente come la loro presenza risulti perfettamente funzionale e coerente al tessuto del discorso.
Verrà pertanto per ognuno riportata una tabella nelle cui caselle di sinistra sarà specificato il contesto in cui è presente la locuzione, in modo da poterle attribuire un senso positivo o negativo (o in taluni casi neutro poiché non direttamente associabile a nessuna connotazione di grado) nelle caselle di destra.

IL VERDE

Pensò allora a Basilea che rotola con una violenza di torrente i suoi flutti color smeraldoneutroPaesaggio primaverile d’una poesia e d’una tranquillità stupefacenti: poggi verdeggianti e teneripositivoLa sua casa, dalle persiane verdi, sorrideva in mezzo ai giardinipositivoCi si potrebbe imbarcare, partire sulle ode gialle del grano maturo o su quelle verdi dell’erba tenerapositivoSulle alture soleggiate alberi verdeggianti si scaglionavanopositivoLe radure erano coperte di un’erbetta molto tenera e molto verde ove i fanciulli giocavano cacciando strilli giocondipositivoGli alberi facevano un dolce brusio. Le aiuole verdeggiano. I fiori dei giardinetti […] esalavano i loro profumipositivoMonotona sinfonia dei grigi, dei grigi verdi, dei grifi ocra, dei verdi ocraneuro

È evidente come questo colore venga costantemente associato da De Chirico a descrizioni di luoghi, per lo più naturali, in termini positivi che rimandano a una visione serena e gioiosa.

L’AZZURRO

Il cielo era blu, come un pezzo di carta teso; non vi era una parte più chiara all’orizzonte; blu dappertutto; un vero soffitto disteso sulla città. In quei giorni di suprema ebrezza […]positivo[…] nel mondo finalmente pacificato avrebbero rigenerato l’umanità all’ombra dei loro stendardi color del cielo.positivoIl cratere di un vulcano cominciò a vomitare tubini di fumo e corte fiamme gialle e azzurrastre.negativoI suoi occhi azzurri e dolcissimi si accendevano di una luce ineffabile positivoLe case sorridevano calme e civettuole nel loro candore. L’aria era tepida, il cielo era azzurro come il mare che si vedeva luccicare in fondo ai lunghi vialipositivoFeste nelle borgate benedette sotto il grande cielo azzurro!positivoTristezza delle geografie, ora grigie, ora verdi, ma sempre azzurre là ove si aprono i laghi e si stendono i vasti mari!positivo

L’azzurro (e il blu) viene associato per lo più al cielo (tanto che si parla anche di “color del cielo”) e al mare e in questi termini assume connotazioni positive; i due enti perfettamente congruenti vengono sempre descritti come estesi, immanenti, vasti e comunque intrisi di una serenità e di una pacatezza che però, a volte, viene ribaltata completamente in altre parti del romanzo; infatti De Chirico utilizza correntemente questi due termini, o loro derivati, (“la traversata di quel lago immenso come un oceano, ove a volte scoppiavano orribili tempeste”1, “si trovava abbastanza lontano dal mare”2, “scendeva nel greto dei torrenti”3, “fumo nel cielo minaccioso”4, “il sole era alto in un cielo senza nubi”5, “città incantevole costruita come un anfiteatri intorno al lago”6 ecc.) anche attribuendone accezioni negative nel momento in cui vengono messi in relazione a termini di opposizione e di svantaggio (minaccia, tempesta, notte ecc.).
A tal proposito si vedrà come l’oscurità in genere (connotata in primis dal nero) rimandi sempre a immagini e situazioni negative, in contrasto con il chiarore simboleggiante la positività. Su quest’ultimo aspetto si ritornerà specificatamente nel momento in cui si analizzerà il bianco e le relazioni che questo colore intesse con le città del nord. È necessario anticipare, comunque, che le caratteristiche fisiche degli abitanti del nord raffiguranti valori positivi (poiché appunto derivanti dall’essere nati in tali città) si esprimono anche nel colore degli occhi, che appunto è chiaro, è azzurro.

IL ROSSO

Una giovane contadina molto bionda e molto bella, stretto il busto in un giubbetto di velluto rosso e con le braccia nudepositivoBastone perso nei canali di Venezia la rossaneutroTovaglie macchiate di salsa e di vino rossoneutro (in contesto positivo)Il locandiere assetato di lucro vi mostra con la sua mano rossa e unta il vasto panoramanegativoElogio dei caffè che hanno i divani di velluto rossopositivoDietro le onde policrome di quel mare fiorito del rosso papavero e dalla casta margheritapositivoGiglio Rosso, quel signore che riguarda ridendo sotto i baffi, è sempre lui il demone tentatorenegativoUna linea di piccole boe dipinte in rosso vermiglione segnavano il limite oltre il quale la sonda non toccava più il fondoneutro (in contesto negativo)[pietre inestimabili] poste sopra i zoccoli che consistevano in un cubo ricoperto di velluto rosso, esse brillavano in tutto il loro fulgorepositivoLe belle contadine rosse dall’emozionepositivoSeduto su una grande poltrona di velluto rosso, spariva ora anche lui quasi completamente nell’ombra e pensò con tristezza alla stupidità e all’egoismo di quell’uomonegativoMille bocche aperte in mezzo alle facce rosse e sudanti nell’ardore della calura meridiananegativoBevette dalla sua borraccia qualche sorso d’acqua misto vino rosso, pulì, empì ed accese con cura la sua pipaneutro

Per quanto riguarda il rosso più che in termini di positività e negatività, che com’è evidente si alternano sregolatamente, si può notare come il colore (di per sé energico e in qualche modo indipendente) serva per evidenziare ancora di più l’oggetto di cui si parla, attribuendogli una carica espressiva che accende l’immaginazione del lettore. Si noti, inoltre, come venga utilizzato ripetutamente nella descrizione dei tessuti e dei visi (conferendone così forza e vitalità).

BIANCO E NERO

Del bianco e del nero è utile fare un’analisi comparata considerato che costantemente si fondano e indicano un aspetto positivo (il primo) e negativo (il secondo) e che (secondo un apparente ossimoro) a unirli vi è un forte legame di contrasto. (A pagina 38: il “colore biancastro e lattiginoso che contrastava fortemente con la tinta scura e quasi nera della riva”; a pagina 52: “folte sopracciglia bianche che contrastavano con il colore scuro del loro volto”; a pagina 95: “i capelli neri inquadravano il volto di un pallore eburneo”.)

In questo senso oltre che alla scontata proporzione

bianco : nero = positivo : negativo
si possono individuare altre relazioni tra i due colori sfruttando la stessa proprietà transitiva matematica per cui dal momento in cui il positivo in De Chirico è associato al nord (alle sue città, ai suoi paesaggi) e il sud al negativo si avrà

bianco : nero = nord : sud
Scostandosi dal puro colore e scivolando nelle atmosfere che spontaneamente ci si immagina a partire dai due (secondo la proporzione bianco : nero = chiaro : scuro) avremo infine

chiaro : scuro = nord (ma anche ovest) : sud (e anche est)
A questo punto è facilmente riscontrabile che nelle descrizioni delle città del nord appaiano termini come “candore”7, “chiaro”8 (riferimenti alla luce, alla luminosità) e in quelle del sud (e dell’est) “nubi”9, “notte”10 (riferimenti all’oscurità e al buio).

Esplicativo, nell’opposizione tra i due punti cardinali in concomitanza ai due colori, il periodo di pagina 26: “Ve ne sono due, sì, due dei; il Nettuno bianco e il Nettuno Nero, vale a dire il Dio del nord e quello del sud; ed era il nero che parlava così protendendo di sopra al vasto mondo, verso il collega bianco, le sua braccia cariche d’alghe”.

Detto ciò si può rilevare che le stesse caratteristiche fisiche degli abitanti del nord e dei personaggi descritti come positivi assumono tratti chiari (i “fanciulli albini” delle città benedette11, i”baffi bianchi” del buon padre del figliol prodigo12, la sua “barba bianca”13, i “guerrieri bianchi”14 che schiacciano i malvagi ecc.).

Ugualmente oggetti e cose sono di color bianco se portatori di significato benevolo (si pensi ancora alla parabola del figliol prodigo: la strada che egli attraversa per giungere dal padre,la strada, quindi, del ritorno e del perdono, è una “strada bianca”15) e viceversa si dipingono metaforicamente di nero se detentori di senso negativo (le file dei trafficanti sifilitici sono “file nere”16, le rondini che fondevano l’aria cacciando gridi stridenti si muovono in “lunghi tratti neri”17).

Per finire si può evidenziare come l’uso del bianco (e del concetto di luminosità) sia relativo anche ai momenti in cui De Chirico descrive luoghi in termini quasi astratti e facilmente collocabili all’interno dei suoi quadri (ovvero quando parla di forme geometriche, di templi, di statue… di tutti quegli elementi che sono la colonna portante della sua pittura metafisica e che appunto vengono caratterizzati come bianchi: “templi severi tutti bianchi sulle rocce sacre”18, “palestre intarsiate di rettangoli, quadrati e trapezi bianchi”19, “ovunque scritte fatte con lettere fiammeggianti”20, “la felicità ha i suoi diritti, ecco ciò che in lettere luminose si vedeva scritto sulla porta principale”).
A tal proposito si fa chiarificatore il passo di un suo saggio in cui afferma: “è la stessa tranquillità ed insensata bellezza della materia che mi appare «metafisica» e tanto più metafisici mi appaiono quegli oggetti che per chiarezza di colore ed esattezza di misure sono agli antipodi di ogni confusione e di ogni nebulosità”21; testimonianza che come una dichiarazione d’intenti delinea i tratti principali della sua pittura metafisica: solida, inquadrata, geometrica, nitida e fatta di contorni, lontana dalla nebulosità e dall’indefinitezza impressionista.

ALTRI COLORI

Per quanto concerne la presenza di altri colori si può riscontrare soprattutto l’utilizzo del rosa come portatore di significato positivo (il rosa è il colore che assumono le statue nel loro divenire uomini), e del grigio e del viola come colori a connotazione negativa (accompagnano per lo più le nubi, portano oscurità, ecc.).
Lo stesso termine “colore” diventa spesso indipendente (“colore del terreno”22, “colore dell’ispirazione”23) a testimonianza di quanto questo fattore sia fondamentale e di gran interesse per l’autore (e diretta conseguenza del fatto che egli stesso cercasse sempre nuove combinazioni con nuovi colori come dichiara tra le pagine del Piccolo trattato di tecnica pittorica). Equivalente il fatto che l’uso di più colori, la policromia presente in alcune parti, non consti di tratti negativi bensì sia relativa a momenti di gioia.

Riscontrando un parallelismo tra scrittura e pittura, seguono dei dipinti che, analizzati dal punto di vista cromatico, rimandano a uguali effetti e percezioni acquisibili durante la lettura.


Note

  1. Giorgio De Chirico, Hebdòmeros, Abscondita, Milano, 2003, p. 29. torna al rimando a questa nota
  2. Giorgio De Chirico, op.cit., p. 34. torna al rimando a questa nota
  3. Ivi, p. 35. torna al rimando a questa nota
  4. Ivi, p. 35. torna al rimando a questa nota
  5. Ivi, p. 41. torna al rimando a questa nota
  6. Ivi, p. 57. torna al rimando a questa nota
  7. Ivi, p. 27. torna al rimando a questa nota
  8. Ivi, p. 74. torna al rimando a questa nota
  9. Ivi, p. 74. torna al rimando a questa nota
  10. Ivi, p. 88. torna al rimando a questa nota
  11. Ivi, p. 75. torna al rimando a questa nota
  12. Ivi, p. 79. torna al rimando a questa nota
  13. Ivi, p. 80. torna al rimando a questa nota
  14. Ivi, p. 88. torna al rimando a questa nota
  15. Ivi, p. 80. torna al rimando a questa nota
  16. Ivi, p. 47. torna al rimando a questa nota
  17. Ivi, p. 80. torna al rimando a questa nota
  18. Ivi, p. 43. torna al rimando a questa nota
  19. Ivi, p. 45. torna al rimando a questa nota
  20. Ivi, p. 58. torna al rimando a questa nota
  21. Giorgio De Chirico, “Noi metafisici…”, in Il meccanismo del pensiero, Einaudi, Torino, 1985, p. 70. torna al rimando a questa nota
  22. Giorgio De Chirico, Hebdòmeros, op. cit., p. 111. torna al rimando a questa nota
  23. Ivi, p. 114. torna al rimando a questa nota
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