Saussure e i suoi segni


Aracne Editrice, Roma, 2015.


Paolo Fabbri e Tiziana Migliore (a cura di)
Saussure e i suoi segni

Saussure e i suoi segniIl corpus rinnovato degli scritti di Ferdinand de Saussure ha offerto l’occasione di una rilettura dei fondamenti semiotici. Questo libro, a seguito di tre convegni nel centenario della scomparsa, a Roma (La Sapienza 2010), Milano (IULM 2013) e Urbino (CiSS 2013), ne raccoglie i frutti. Per una sfida filologica, ermeneutica, epistemica. Oggi è invalsa una cesura fra due Saussure: il Saussure apollineo di un corso universitario trascritto (e tradito?) e il Saussure dionisiaco di una ricerca condotta, con rara radicalità, sulla fonetica e la significazione, sulla poesia e i racconti, e spinta ben oltre il paradigma del suo tempo.
Senza parteggiare per l’uno o per l’altro, si tratterà di ritrovare le due facce dei fogli della sua teoria: da un lato gli appunti di un insegnamento, per gettare le basi di una neo-nata disciplina, dall’altro gli scritti autografi, che esplorano le condizioni di una ricomposizione tra linguistica storico-comparativista e vasto progetto di una semiologia. La costruzione di un’eredità frammentaria, diversamente rivendicata, si decide a partire da un programma semiolinguistico di ricerca che ne traduca l’attualità: i corpora linguistici, i generi discorsivi, i sistemi di scrittura, l’iconismo e così via. È la semiotica come disciplina che studia la “vita dei segni”, cioè i sistemi e i processi di significazione in contesti sociali e nelle culture. Per usare le metafore saussuriane, più che un sistema di scacchi, la semiologia è una nave in mare aperto (e non in cantiere!). Ha senso e valore nella collettività.

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