Fabbri, una lezione sull’insulto. “Ma almeno usiamolo con ironia”


Articolo di Luca Sancini, La Repubblica, venerdì 8 novembre 2013.


Lo “psico-nano” copyright di Grillo e il gesto dell’ombrello di Maradona, la mortadella sventolata in Parlamento e il paragone con un orango rivolto al ministro Kyenge. Nel Bel Paese dove in teoria si governa con le larghe intese, l’ingiuria figlia della conflittualità tocca picchi mai visti. Delle parole per ferire si occuperà Scriba Festival da oggi al via, insieme al semiologo Paolo Fabbri.
Dentro il mondo brutale delle offese in politica, Fabbri, allievo di Roland Barthes, s’è tuffato con le sue lezioni alla Luiss di Roma, scoprendo che l’ingiuria è antica come il mondo ma oggigiorno è diventata strategia. «Siamo davanti ad un cambio radicale, le regole dello spettacolo e della satira sono entrati nella politica; allora nel confronto delle idee, alla risposta è subentrata la replica. Si colpisce la persona non le sue argomentazioni – dice Fabbri, che alle 17 sarà alla Gima di Zola Predosa e poi alle 21 alla Gazzetta in piazza Verdi -. Tutto è nato dalle mie lezioni, con gli studenti abbiamo raccolto una mole infinita di ingiurie. Da Gadda che insulta Mussolini, a certe “bustine” di Eco, le riproponiamo per farne base di una riflessione». Oggi però non è più nemmeno che l’insulto miri a nascondere la mancanza di argomenti: «Sgarbi è assolutamente in grado di tenere aperta una discussione, ma quando travolge l’avversario con “capra, capra, capra” mette in atto un disegno preciso».
Unica consolazione è che l’insulto, eretto a manovra dialettica e strumento politico, non è solo un prodotto tipico italiano. «Siamo un’Europa unita in questo campo, pensiamo alla ministro francese di colore che s’è sentita chiamare bertuccia, o alle stroncature della lady di ferro, Margaret Thatcher». Ma davanti ad una desolante presa d’atto, si può sperare almeno in un po’ di eleganza e fantasia, sostiene Fabbri. «Lo dico con ironia, ma se si decide di usare l’ingiuria, almeno si potrebbe avere inventiva nell’invettiva. Prendiamo Pajetta, il dirigente del Pci che chiamava “capocottari” e “forchettoni” i democristiani: andrebbe studiato come un precedente di stile».
Informazioni e prenotazioni al 328.7928112. Per gli appuntamenti da oggi a domenica di Scriba Festival c’è il sito omonimo e una pagina facebook.

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