Boom


Da: Cinema & Cinema, Visioni di superficie. Cinema e pittura, a cura di G. Grignaffini, n. 54-55, 1989. Ora in Biglietti d’invito per una semiotica marcata, a cura di G. Marrone, Bompiani, 2021.


Le esplosioni destano meraviglia. E di meraviglia è avido il cinema che grazie al potere della loro fascinazione può tenere desta l’attenzione dello spettatore. È forzando lo statuto delle sequenze di esplosioni che il cinema può rivelare il suo linguaggio pittorico. È Dalì il primo teorico di questo movimento dal realismo del cinema all’inventività del linguaggio visivo. In un progetto di film, intitolato La carriola di carne, egli dichiara di voler tentare l’esperimento di girare mantenendo la camera fissa senza inseguire i personaggi, a inquadrare la scena come fosse la cornice di un quadro. In questo caso quando i personaggi si spostano fuori-quadro, sarebbe intervenuto il pittore con alcune immagini accattivanti di bizzarre esplosioni che riportano il cinema alla meraviglia verso l’immagine. Succede qualcosa del genere in un film come Zabriskie Point, dove le esplosioni dapprima vengono inquadrate in modo realistico e, quindi, grazie a un impercettibile movimento di macchina, trasportate a un livello pittorico che si costituisce grazie al fatto di negare un posto, un punto di vista, un posizionamento spazio-temporale, all’osservatore.

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