Un terminale inaugurale


Da: E|C, rivista dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici on-line.
Prefazione a Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio di A. J. Greimas e J. Courtés, Bruno Mondadori, Milano, 2008.
Data di pubblicazione in rete: 2 maggio 2007.
http://www.associazionesemiotica.it/ec/contributi/fabbri_2_5_07.html


1. Permanenza e attualità

Le arti della memoria sono arti dell’inventio. Per non essere accumulo di informazioni inerti o omaggio rituale, l’atto di messa in memoria deve avere il valore prospettico di una ricerca. Ristampare a distanza di vent’anni una nuova edizione italiana del Dizionario di A. J.Greimas e J. Courtés ha questo senso.
È certo che il vocabolario “ragionato della Teoria del Linguaggio” rimane il principale strumento per garantire la permanenza e l’attualità dell’attività semiotica. Permanenza da riconfermare di fronte a una damnatio memoriae, frutto di una tenace “asimbolia” (R. Barthes) che si toglie di dosso il pensiero semiotico tanto più facilmente quanto meno l’ha compreso. E davanti a una semiotica anoressica, ridotta a una vulgata di poche parole – denotazione, connotazione, metalinguaggio, sintagma/ paradigma, metafora/metonimia – una semiotica del codice, affetta da disturbi bipolari. Attualità da rivendicare perché, dalle tante ricerche e applicazioni in corso, approdano alla semiotica molti portolani sprovvisti della precisione e della forza di generalizzazione di una carta.
A mezzo secolo dal saggio di Greimas su “L’attualità del saussurismo”, testo fondatore dello studio dei sistemi e dei processi di senso, il Dizionario ribadisce la coerenza saussuriana e hjelmsleviana delle sue acquisizioni: collocazione della linguistica nell’ambito di una semiotica generale; autonomia dei linguaggi rispetto alle determinazioni referenziali (“de-ontologizzare i segni”); teoria delle forme semantiche ed espressive e della loro trasformazione; preminenza delle relazioni sulle unità e del globale sul locale; ruolo della narratività e dell’enunciazione nella costruzione dei discorsi; esplorazione delle pratiche testualizzate in diversi sostanze espressive (multimediali) e delle loro tran(s)duzioni. Ad affermarsi è soprattutto la vocazione federatrice delle scienze umane nello studio della semiosfera, cioè del significato nelle lingue naturali e nelle culture (J. Lotman).
La semiotica greimasiana, emersa dal paradigma strutturale, sembra oggi più convincente ed efficace delle grammatiche formali ed è in implicito dissidio rispetto al nuovo paradigma cognitivo. Il Dizionario non condivide il programma riduzionista di naturalizzazione del senso: un razionalismo neuronale che accomuna, in un quadro funzionalista, scienze della vita, psicologia e informatica.
Ed appare esplicitamente critico nei confronti della linguistica trasformazionale chomskyana e del suo progetto di assorbirsi nella psicologia, poi nella biologia. Per la semiotica è più rilevante “culturalizzare le scienze cognitive che naturalizzare le scienze sociali” (F.Rastier); il suo oggetto di riflessione e di ricerca sono le proprietà del discorso, non della mente o del cervello – con il suo pensiero interno lordo. Le lingue non sono fatte di sole regole proposizionali, ma delle norme di comunità comunicanti: la semiosi, atto di congiunzione tra contenuti ed espressioni, è il risultato di regole formali (inferenze, ecc.) e di norme culturali. Come già per Saussure, per Putnam, “la semantica è tipicamente una scienza sociale“, generatrice ed effetto di istituzioni di senso. Non è dunque un caso se, più che nella linguistica dei frames cognitivi (C.Fillmore, G.Lakoff), è nell’antropologia del linguaggio (A.Duranti, M.Silverstein) che troviamo le più strette convergenze con la linguistica e la semiotica del Dizionario.
Tocca dunque alle scienze della significazione collocarsi, nelle indagini sulla Semiosfera, come “intercessore” tra natura e cultura. Tale ci sembra l’orientamento delle ricerche in filosofia empirica – quelle di B. Latour – e degli studi di ermeneutica – quelli semantici di Rastier, filosofici di P. Ricoeur e matematici di R. Thom. A questa lezione si rapportano le ricerche italiane di Socio- ed Etnosemiotica, che hanno in Greimas una figura di prua.
Per realizzare il suo progetto, la semiotica tracciata nel Dizionario – a differenza di quella d’ispirazione peirciana – cerca una via mediana tra il lassismo epistemologico e il tecnicismo dei metodi (v. Introduzione del Dizionario). Meglio, minimizza l’epistemologia per massimizzare il metodo, cioè il luogo di costruzione dei modelli a vocazione euristica. Il Dizionario non si presenta quindi come un canone, ma come un organon di massime ed istruzioni per lo studio comparativo delle espressioni multimediali dei significati e valori delle culture. Molte voci sono quindi destinate alla definizione degli Insiemi Semantici, in costruzione e in divenire, e alle Prassi Enunciative che li fabbricano, li comunicano e li interpretano. Ma mostrano anche le traduzioni, le intercatture, i sincretismi e le emergenze tra linguaggi dotati di diverse sostanze espressive.
Altre voci dedicano particolare attenzione alla dimensione euristica, cioè all’adeguatezza e all’efficacia descrittiva dei modelli, soprattutto negli aspetti socio- ed etno-semiotici: mitologie, ritualità, artefatti, media. È centrale qui il contributo semiotico a una dimensione dei segni e del linguaggio pratica e programmatica, manipolativa e strategica. Una semiotica del discorso efficace per lo studio dei media e dei messaggi, delle azioni e delle passioni, dei valori e soprattutto della narratività. Una lezione di metodo che, almeno in Italia, fa ormai parte della ricerca “normale”.

2. Prolungamenti e riprese

È grave, per una disciplina, che non ci sia niente da ridire, soprattutto quando vengono fatte delle scelte teoriche e di metodo.
Il secondo volume della Sémiotique di Greimas e Courtés raccoglieva, nella forma dizionario, i contributi di quaranta ricercatori attivi nella ricerca internazionale in semiotica. Tra i termini proposti, gli autori del dizionario francese avevano suddistinto i Complementi (C), le Nuove Entrate, (N), i Dibattiti (D) e le Proposte (P). Per assicurare la coesione testuale e la coerenza del proposito, abbiamo scelto di aggiungere, alla riedizione italiana, sessanta voci che aggiornano o rimaneggiano quelle esistenti. Sette sono i lemmi integralmente aggiunti: Finzione, Ironia, Reale, Semisimbolico (sistema-), Sincretiche (semiotiche-), Timico, Topologia (categorie-).
Il formato del vocabolario – un genere discorsivo di grande prestigio e operatività culturale – permette infatti di conciliare, attraverso la definizione e l’interdefinizione, la forma aperta e le variazioni del senso. L’elasticità linguistica del rapporto denominazione/definizione – importante quanto la doppia articolazione – permette di condensare e di espandere; la fitta rete dei rinvii consente di omogeneizzare senza unificare. Il dizionario non è un albero, ma un cespuglio che cresce dal mezzo e in tutte le direzioni, sempre in attesa di nuovi termini da interdefinire. È un rizoma linguistico fatto di lemmi ormai entrati nel pidgin del discorso – Attante, Performanza, Sema, Enunciazione – e di altri in attesa di creolizzazione. Perciò, può formare una paradigmatica della ricerca in equilibrio metastabile, senza costituirsi prematuramente in un trattato; registrare i moti di una disciplina in progress, istituire confronti e valutazioni evitando i rischi di protagonismo e di epigonismo. Così è stato in occasione della critica al Quadrato semiotico e alla coerenza del Percorso Generativo. Mentre si è creato un generale consenso per sostituire all’opposizione Testo/Contesto la costruzione problematica di corpora significanti, ci si ostina invece in problemi rompicapo come l’opposizione tra Testi e Pratiche, a cui il Dizionario ha già ampiamente risposto.
Di fatto, la versione aggiornata attribuisce, rispetto agli studi sulla Narratività, un nuovo ruolo all’intersoggettività iscritta nell’Enunciazione (E. Benveniste), e quindi alla dimensione Discorsiva. A seguito delle ricerche sulle Passioni, prende poi un nuovo rilievo la dimensione Timica, implicata nella creazione e nelle trasformazione delle valenze e dei Valori, da indagare sul piano paradigmatico (Assiologia) e sintagmatico (Ideologia). Per altro verso, l’Aspettualità, intesa come punto di vista sui processi, favorisce il rilancio degli studi sulla dimensione figurativa nel linguaggio e nelle immagini. Lo affiancano il concetto di Osservatore – proposto come funzione generale dei linguaggi – e le nozioni di Focalizzazione, Prospettiva, Punto di Vista, e così via. Nuovi apporti teorici e di metodo provengono soprattutto dalle ricerche sulla Traduzione intersemiotica, che è un autentico laboratorio per la riflessione sugli insiemi significanti. E dalle indagini sulle situazioni e sugli eventi caratterizzati dall’indeterminazione Tattica e Strategica propria delle decisioni interdipendenti.
Il Dizionario non tiene conto, invece, della complessità e della dispersione dei nuovi orientamenti in semiotica. Tra le molte tendenze e pendenze, ci sembra però che le diverse Semiotiche proposte, Soggettali, Tensive, Esperienziali, siano svolgimenti locali e approfondimenti puntuali del comune quadro epistemologico che si disegna nel Dizionario. Rafforzano o alleviano alcuni obblighi ed esigenze, ma conservano il postulato implicito che la posta in gioco non è la verità, ma la significatività (Thom).
Lo stesso sembra si possa dire di quanti hanno riattivato l’eredità fenomenologica della semiotica e proseguito con modi e mezzi propri, a partire da Dell’Imperfezione di Greimas, l’esplorazione della relazione tra il Sema e il Soma (Saussure), tra il Senso e il Corpo. A parte la dubbia convergenza con il paradigma cognitivo, è bene ricordare che nelle ripartenze cambiare i rapporti non sempre aumenta la velocità.

Invio

Quel che si fa col tempo, il tempo lo rispetta. A distanza di anni il contributo del Dizionario può lasciare a desiderare, ma non a far ricredere. Vale la pena di prenderlo in parola, perché ha ancora molte parole da ricevere e da dare. E chiarisce il senso di una disciplina che non è datata, ma in divenire, dentro una “modernità riflessiva” che al prefisso post- preferisce ana-: anamnesi e analisi (Lyotard).
La via della semiotica non è interrotta. Resta da battere.


Bibliografia

Fabbri, P.,
1986, “Introduzione” all’edizione italiana di A.J. Greimas e J. Courtés, Semiotica. Dizionario ragionato di teoria del linguaggio, a cura di P. Fabbri, Firenze, Casa Usher.
1988, “Introduzione” all’edizione italiana di A.J. Greimas, Dell’Imperfezione, Palermo, Sellerio.
2000, “Introduzione” all’edizione italiana di A. J. Greimas, Semantica strutturale, Roma, Meltemi.
Fabbri P. e Perron P.,
1991, “Postfazione” a A.J. Greimas, Semiotica e scienze sociali, Torino, Centro scientifico.
1993, “Foreword” to A.J. Greimas and J. Fontanille, Semiotic of Passions, Minneapolis, University of Minnesota Press.
Greimas, A. J.,
1956, “L’actualité du saussurisme”, Le français moderne, 24: 191-203 (trad. it.. “L’attualità del saussurismo”, in Miti e figure, a cura di F. Marsciani, Bologna, Esculapio, 1995).
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